Il rientro è stato meno traumatico del
previsto, probabilmente grazie anche alla roccia di liquirizia succhiata dopo il
caffè, coadiuvata dagli svariati bicchierini di vinello che l’hanno preceduta.
Chiacchierando amabilmente, chi a tono
normale (i compari), chi tra un boccheggio e l’altro (io), siamo rientrati in
città. Il momento di cedimento avuto a metà percorso l’ho superato con eroismo
quando la dolce metà mi si è affiancata, paonazza e sfinita, supplicandomi di
lasciarla agganciarsi a me. In un secondo ho recuperato tutto lo sprint: come
non approfittare del suo cedimento fisico per umiliarlo e rinfacciargli la mia
superiorità sportiva, alimentata da una palese superiorità di carattere e
determinazione?! Disperato, in cambio di un po’ di comprensione e tolleranza, ha
promesso di lasciarmi ingozzare di gelato all’arrivo (ho una smoderata passione
per i dolci). Detto fatto: Frank supersprint, ho svolazzato per gli ultimi
chilometri con il corpo morto della dolce metà appresso.
Saluti a tutti, siamo corsi a mettere giù
la bici di mammà e ci siamo fiondati in gelateria. L’avventura è finita tra
leccate di cioccolato, crema di mandorle e gianduia bianco… sì, è esatto… ben tre,
e non uno di meno, meritatissimi gusti. D’altronde, chi sarebbe stato in grado
di scartare uno di loro?
Fatte fuori 300 calorie in attività fisica ho
badato di re-ingerirne 4.000 in attività godereccia!!
Un degno finale direi! Certo farsi tutta quella strada sotto il sole... Ma stiamo a scherziamo?! Bel coraggio! xD
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